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La riqualificazione dell’aeroporto La Carlota diventa occasione per ripensare all’assetto di una parte cospicua della città di Caracas, alle sue connessioni con l’intorno e alle modalità con cui può essere organizzata e vissuta una natura rigogliosa come quella sudamericana, attraverso l’attualizzazione dei segni della geografia e della cultura locali.
A partire dall’idrografia del luogo nasce il nuovo sistema di spazi pubblici ciclo-pedonali che collegano il futuro parco (oggi area chiusa in sé stessa) al resto della città, promuovendo il recupero dei percorsi dell’acqua come risorsa cittadina, e segnano i percorsi che attraversano il parco stesso.
La strategia per organizzare il parco e distribuirne all’interno le funzioni prende a modello il modo di colonizzazare la foresta amazzonica della popolazione Yanomami: attraverso gli Shabono – i loro villaggi – creano dei luoghi definiti all’interno della foresta dove ospitare diverse funzioni (caccia, coltivazioni, abitazioni) in una perfetta sinergia natura-cultura.
Questa conformazione policentrica diventa l’elemento ordinatore per vivere la natura ed instaurarvi le varie funzioni (attività sportive, culturali, sociali, di svago e relax, orti urbani), grazie a una partecipazione cittadina che imposterà, liberamente, le regole del gioco.
luogo Caracas (Venezuela)
progettisti Studio Redaelli Speranza architetti associati
Gaia Redaelli, Vito Redaelli, Anna Speranza con arch. Pedro Garcia del Barrio, arch. Fabiola Quieti, Jacopo Pellegrini e Teresa Figuiredo paesaggisti
ente banditore Instituto Metropolitano de Urbanismo Taller Caracas (IMUTC)
collaboratori Teresa Pontini, Maria Chiara Mondini
anno progetto 2012
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