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Il progetto affronta un tema progettuale delicato reso possibile dalla legislazione regionale vigente in Lombardia: il recupero a fini abitativi di un piano sottotetto, ossia della parte finale di un edificio che ha una propria storia, fisionomia estetica e sociale, ricavando due appartamenti indipendenti ma in futuro unibili. La scelta progettuale, anche in ragione della conformazione tipologica dell'edificio preesistente - con un arretramento al piano ultimo lato strada - si orienta verso un intervento discreto, che conserva una parte del tetto esistente pur ricostruendo completamente la struttura di copertura con travi metalliche, solai metallici, entrambi lasciati a vista, in contrapposizione al suolo in parquet indutriale di rovere. Verso strada, la ripetizione di ampie finestre recupera il passo delle aperture dell’edificio esistente; verso il cortile interno, un terrazzo introduce la luce uniforme che viene da nord e apre lo spazio interno verso il paesaggio industriale della zona everso le alpi.
Il progetto ha luogo contestualmente al recupero della facciata condominiale verso il cortile, alla rioriganizzazione degli impianti condominiali e all'installazione di un ascensore esterno a servizio di tutte le unità immobiliari caratterizzandosi dunque per una complessità cantieristica significativa.
localizzazione Milano
progettisti Studio Redaelli Speranza architetti associati, Milano
Gaia Redaelli, Vito Redaelli, Anna Speranza
collaboratori Igor Della Ricca, Emanuele Moro, William Bianchi
anno progetto 2005
anno realizzazione 2009
fotografie Vito Redaelli
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